L'energia del mondo by Simone Tagliapietra;

L'energia del mondo by Simone Tagliapietra;

autore:Simone, Tagliapietra; [Tagliapietra, Simone ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815362902
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


FIG. 9. Consumo elettrico medio annuo in alcuni paesi africani e metro di confronto.

Fonte: Elaborazione dell’autore su dati dell’Agenzia internazionale dell’energia, 2020.

Dal punto di vista della domanda di energia, occorre innanzitutto notare che, mentre l’Africa subsahariana rappresenta il 14% della popolazione mondiale, essa rappresenta solo il 4,5% della domanda globale di energia primaria. Nell’Africa subsahariana il settore residenziale è in testa al consumo energetico, il che implica che i settori più produttivi, come l’industria e i trasporti, consumano poca energia (non solo in rapporto ai paesi dell’OCSE, ma anche ad altre regioni in via di sviluppo). Ciò riflette un profondo divario infrastrutturale: la penetrazione di ferrovie, strade asfaltate e porti è molto bassa nel subcontinente africano, così come la diffusione dei sistemi di distribuzione dell’energia. Questo sottosviluppo infrastrutturale implica una bassa mobilità umana e una bassa accessibilità alle merci (fra cui, tra l’altro, i carburanti e gli impianti energetici), che a sua volta spiega i bassi livelli di utilizzo produttivo dell’energia. Nell’Africa subsahariana, la quota di energia elettrica sul consumo totale di energia rimane molto bassa, e l’elettricità viene consumata principalmente per alimentare due grandi attività industriali: l’estrazione e la raffinazione, mentre il resto è più o meno equamente distribuito tra i servizi e il settore residenziale. Le piccole imprese come le falegnamerie o le sartorie possono sopravvivere, seppure limitatamente, con poca o nessuna elettricità, ma un aumento di scala diventa impossibile, così come l’avvio di attività industriali. Poiché l’elettrificazione tende a svilupparsi intorno ai centri a elevata domanda energetica che possono rifornire anche le comunità circostanti, il basso consumo da parte dei settori produttivi è chiaramente un’opportunità persa per uno sviluppo più ampio, e per l’elettrificazione in particolare.

Dal punto di vista dell’offerta, nell’Africa subsahariana il settore energetico è dominato dalla biomassa solida (vale a dire legna da ardere, carbone e letame), al contrario dell’Africa settentrionale e del Sudafrica, dove la maggior parte dell’energia proviene da combustibili fossili – in particolare petrolio e gas in Nord Africa e carbone in Sudafrica. Ciò è dovuto al fatto che il combustibile gratuito, o molto economico, è semplicemente più attrattivo per gli utenti a basso reddito: la legna può essere raccolta direttamente o acquistata a basso prezzo nei mercati locali, mentre i rifiuti agricoli sono prodotti in casa o in fattoria. Anche nel caso in cui il prezzo della carbonella o della legna dovesse aumentare, le alternative rimarrebbero più costose o semplicemente non disponibili. Questa dipendenza dalla biomassa solida ha conseguenze fortemente negative per l’uomo, per l’ambiente e, a sua volta, per l’economia. L’inquinamento dell’aria causato dall’uso inefficiente della biomassa solida per cucinare uccide circa 600.000 persone ogni anno, e il numero sale con l’aumento della popolazione. Come già detto in via generale, va ribadito che i più colpiti sono le donne e i bambini piccoli perché trascorrono più tempo accanto ai fornelli durante la cottura dei cibi. Inoltre, le donne e le ragazze sono spesso responsabili della gestione della casa che include la raccolta dell’acqua e delle fonti di energia, compiti che



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